FLASHBACK II
di FABIO VOLINO

 

Alcuni anni fa.

Hector Ayala è certo di aver toccato il fondo. Certo, ha avuto in passato già brutti momenti, addirittura eventi tragici, eppure ora gli pare di non avere più alcun motivo per sperare. Tutto è iniziato quando Gideon Mace ha ucciso la sua famiglia, l’ha massacrata… soprattutto sua sorella Awilda, la persona a lui più cara. Se ripensa a quella notte, a come il suo sangue ha macchiato le sue mani, ancora prova un profondo dolore.
Quello però è stato solo l’inizio: rimasto ferito, ha deciso di abbandonare la sua carriera supereroistica come Tigre Bianca. E finora non ha rimpianto questa scelta. Qualche tempo dopo Holly, la sua fidanzata, lo ha lasciato: lei credeva che la loro storia fosse ormai finita. Lui non ha protestato, non ha provato a trattenerla. E forse era solo questo che Holly voleva, una parola di conforto, ma lui non è riuscito a dargliela.
Ed ora Hector non è nemmeno ad un bivio, lui vede davanti a sé solo una strada che termina in fondo con un immenso precipizio. Lottare? Ha già lottato troppo ed ha perso, a che serve combattere ancora? E probabilmente dentro quel precipizio Hector è già cascato ed ancora deve accorgersene. Senza lavoro, senza prospettive, l’uomo vaga per le strade suscitando la curiosità della gente. La sua barba lunga, quel suo aspetto non curato lo fanno scambiare per un barbone: alcune madri portano via i loro figli.
In modo assolutamente casuale, Hector Ayala giunge di fronte alla Empire State University e si ferma. Questo luogo ha significato molto per lui: qui dentro sperava di costruirsi un futuro prima che Lightmaster e Gideon Mace lo distruggessero. Non li ha mai potuti avere tra le mani quei due farabutti, non ha mai potuto vendicarsi come si conviene ad un uomo a cui è stato tolto tutto, anche l’onore. China il capo e nel fare questo nota qualcosa di sfuggita: rialza la testa, c’è un volantino davanti a lui, affisso su una parete. Guidato da un istinto che non è in grado di spiegare, Hector si avvicina.

CON QUESTO AVVISO SI BANDISCE PUBBLICAMENTE IL CONCORSO PER CINQUE NUOVI PROFESSORI PER LE MATERIE DI FISICA, BIOLOGIA MOLECOLARE E CHIMICA. LE DOMANDE DOVRANNO ESSERE PRESENTATE ENTRO LA FINE DEL MESE. I REQUISITI NECESSARI SONO…

“Ehi, ma sei davvero tu?”.
Questa voce familiare fa voltare Hector, per ritrovarsi di fronte ad una persona di cui ricorda il volto, ma non il nome. “Sì, tu sei quello che ha organizzato quella festa anni fa… Ti chiamavi…”.
“Thompson. Sono Flash Thompson. E tu sei Hector. Amico, scusa se te lo dico, ma sei messo male. Ancora un po’ e non ti riconoscevo”.
Hector Ayala si accarezza la barba. “Sì, mi sono… un po’ lasciato andare. E a te come va?”.
Flash distoglie lo sguardo:”Diciamo che si tira avanti”.
“Scusa, a quanto pare ho sollevato un argomento scottante”.
“Non fa niente, tranquillo”.
“E Peter? Peter Parker? Lui come sta?”.
“Vuol dire che non lo sai? Si è fidanzato e sembra proprio che tra un po’ voglia compiere il gran passo”.
Hector Ayala strabuzza gli occhi:”Sposarsi? Incredibile… l’ho sempre visto come un tipo solitario. E chi è la fortunata?”.
“Mary Jane Watson”.
Hector spalanca ancor di più gli occhi:”Cosa, la modella?”.
“Già” annuisce Flash “Uno ha tutte le fortune a questo mondo, chiamami pazzo ma mi piacerebbe fare da testimone. Ti ho visto mentre leggevi questo bando… vuoi partecipare?”.
Hector china il capo:”Non so… forse non fa per me”.
“Ehi, che vuol dire? Mi pare che tu fossi uno dei migliori studenti della University, hai lottato tanto per inserirti…”.
“E secondo te cosa dovrei fare?”.
“Studiare. Sì, lo so che detto da me suona molto strano. Ma tentare, che male può fare? Al massimo non ce la farai, ma almeno ci avrai provato: non è cosa da poco”.
Hector riflette sulle parole di Flash Thompson e capisce ben presto che hanno una loro logica: si è fatto guidare dall’autocompassione troppo a lungo, una sana reazione è ora doverosa. Dunque annuisce:”Sì, Flash, hai ragione. Vado subito ad iscrivermi”.
Il ragazzo lo afferra per un braccio. “Ehm, lungi da me il volerti bloccare… ma credo che faresti una migliore impressione se ti tagliassi quella lunga barba e rivedesti un po’ il tuo aspetto. Diciamo che aiuta”.
Hector si accarezza ancora la barba. “Non hai tutti i torti”.
I due si incamminano verso il più vicino negozio di barbiere. Lungo la via passano davanti ad un barbone con la testa china che pare denutrito. “C’è chi sta peggio di me” è il pensiero di Hector.
Improvvisamente il barbone alza lo sguardo, incrociandolo con quello dell’ispanico. Dura solo un attimo, ma per lui è sufficiente: lo ha riconosciuto, pur con quell’aspetto trasandato.
“Non posso crederci, è lui” pensa il barbone “L’uomo che ha segnato la mia rovina, che mi ha ridotto così. Dove sta andando?”.
Cercando di non dare troppo nell’occhio l’uomo vede qualche tempo dopo Hector uscire dal negozio, perfettamente rasato e pulito. Poi lo vede iscriversi al bando di concorso.
“Ah, dunque è questo il suo intento. Ma io lo rovinerò, lo farò a pezzi”.
Correndo affannosamente l’uomo arriva in un quartiere degradato della città, dove c’è una casupola di legno che per miracolo è ancora in piedi. Dentro alcuni scatoloni sparsi alla rinfusa.
”Dov’è? Dov’è? Ero sicuro di averlo messo qui… Ah, l’ho trovato, il mio costume! Sì, Cyclone sta per rinascere e lo farà uccidendo la Tigre Bianca”.

Alcuni giorni dopo.

Hector Ayala è immerso nella lettura e nello studio dei testi di fisica prescritti nel bando di concorso. Alla fine ha scelto questa materia perché era quella che più apprezzava a scuola, quella che ancora oggi crede più vicina alla sua sensibilità. Una materia che è certo di poter insegnare ad altre persone. Dentro la sua testa ritornano come per magia concetti ed argomenti che credeva di aver dimenticato del tutto, sente che questa è la sua grande occasione, una piccola possibilità di rinascita. Purtroppo non è più riuscito a mettersi in contatto con Flash Thompson, sembra svanito nel nulla. Tuttavia ora non può preoccuparsi di lui, deve concentrarsi unicamente sull’imminente esame, mancano pochi giorni e sembrano per lui non dover bastare. Però ha smesso di arrendersi alle prime difficoltà, finalmente.
Ad un tratto Hector alza la testa dai libri e si gira intorno. Strana sensazione, è come se qualcuno fosse presente nella stanza con lui, che però non è in grado di avvertirne la presenza. Prova uno spontaneo brivido di freddo. Si alza e si accerta che tutte le porte e le finestre siano chiuse, torna a provare sicurezza e si rituffa nella nobile arte dello studio.
All’esterno, su una strada semideserta, due uomini parlottano a bassa voce.
“Lo abbiamo individuato, Lord Nekron”.
“Sei sicuro che sia il soggetto giusto?”.
“Più che sicuro. In ogni caso tra alcuni giorni dovrà sostenere una prova fisica e morale che lo porrà davanti ad una scelta. Allora non avremo più alcun dubbio. Non ci resta altro che aspettare”.

Il giorno dell’esame.

“Santo cielo, quanti siamo” è il pensiero di Hector Ayala. Si stupirebbe nel sapere quante altre persone condividono questa riflessione. La fila per farsi ammettere alla sala dove si terrà la prova scritta è lunghissima, si estende fin sui gradini posti all’esterno dell’università. La sfida che si para davanti all’uomo è difficile ed ambiziosa, non è la prima volta però che affronta una sfida del genere: diversamente dai tempi passati tuttavia questa è più, per così dire, borghese. Sì, dare pugni a supercriminali possono farlo tutti o quasi, emergere come il migliore in un campo lavorativo è appannaggio di pochi.
Hector tenta di darsi un tono: tiene il viso ben fisso in avanti e quando per caso qualcuno lo fissa in volto è quest’ultimo ad abbassare lo sguardo. Le gambe comunque tremano in ogni caso. L’uomo presenta le sue generalità, viene riconosciuto ed ammesso nella aula magna dove sono stati approntati appositi banchi. Si siede ed osserva i suoi numerosi colleghi e rivali fare altrettanto, un processo che sembra durare un’eternità. Finalmente tutti prendono posto e, davanti alla cattedra principale, oltre alla commissione d’esame arriva anche il rettore della Empire State University che prende la parola.
“Prima di tutto ringrazio tutti quanti voi per aver risposto in maniera così ampia al nostro concorso. Sono certo che siete tutti quanti elementi validi, mi dispiace doverne selezionare solo cinque. In questa cartella ho le domande del concorso: in totale sono venti ed avete due ore di tempo per completarle. Potete rinunciare se volete. Non sono ovviamente ammessi suggerimenti, bigliettini o SMS, grazie dunque per averci consegnato i vostri cellulari, vi verranno restituiti alla fine della prova. Credo di aver detto tutto quello che c’era da dire: la commissione d’esame vi aiuterà nei limiti del consentito. Questa prima prova scremerà molti di voi, fino a ridurvi a venti, successivi colloqui orali porteranno ai cinque soggetti da noi ricercati. Buona fortuna”.
Vengono distribuite le schede, col foglio capovolto perché quelli in prima fila non abbiamo ingiusti vantaggi. La tensione è palpabile.
“Molto bene, signori” dice il capo della commissione d’esame “La prova comincia… ora”.
C’è come un tonfo unico quando tutti girano il foglio. Hector dà un rapido sguardo alle domande e fatica a trattenere un sorriso. “Perfetto, a parte una conosco la risposta a questi quesiti come le mie tasche. Però non conta solo sapere, ma anche come esponi la tua teoria, baderanno anche a questo. Quindi meglio non avere fretta. Comunque sento che questo è per me un momento meraviglioso: cosa potrebbe rovinarlo?”.

All’esterno.

Una persona avvolta da un pesante impermeabile si avvicina all’entrata della Empire State University, ma viene immediatamente fermata da due uomini del servizio di sicurezza.
“Mi spiace” dice uno di loro “Ma oggi quest’ala è chiusa al pubblico, a meno che lei non sia uno dei partecipanti alla prova d’esame. Può darmi le sue credenziali?”.
“Credenziali, mon ami? Eccole qui”.
Improvvisamente venti di devastante potenza sorgono come dal nulla e scagliano via le due guardie, che vengono fatte sbattere contro un albero e perdono coscienza. “Le mie credenziali sono i miei poteri” dice Cyclone togliendosi l’impermeabile ed apparendo nel suo inimitabile (o quasi) costume “Come la Tigre Bianca sta per scoprire a sue spese”.

Aula magna.

All’inizio è solo un venticello, per citare una celebre opera lirica, ma diviene ben presto un colpo di cannone. I venti generati da Cyclone gettano il caos tra gli esaminandi e qualcuno vola per aria, insieme ad alcuni banchi.
“Questo per farvi capire che non scherzo” afferma il criminale.
“Oh no” pensa Hector “Ed ora cosa vuole questo?”.
“Io ho un problema con uno di voi, il resto di voi può andare, ma se osate solo toccarmi vi uccido”.
Tutti i presenti non se lo fanno ripetere due volte: si alzano e, sfruttando ampie vie di fuga, corrono verso la salvezza, lontano dalla follia di Cyclone. Nel caos che ne segue nessuno nota che una persona rimane ferma al suo posto ed osserva fissa in volto il criminale, che ben presto ne capta lo sguardo. Alla fine rimangono solo loro due, che si fronteggiano come i cowboy dei classici film western.
“Cosa vuoi?” esclama Hector Ayala “Perché sei venuto a rovinare la mia giornata?”.
“Tu hai avuto quello che a me è stato negato” ribatte Cyclone “Una bella vita, forse una fidanzata ed una magnifica casa. Io invece sono stato privato di tutto dopo la sconfitta per mano tua anni fa al Molo 21: il Maggia mi ha scaricato e per miracolo sono sfuggito ad un suo attentato. Sono tornato nella mia patria, in Francia, ma ormai la mia reputazione era rovinata, dunque mi sono abbassato a tornare in questa marcia nazione. Ed ho vissuto di stenti, la mia fama di perdente mi chiudeva automaticamente ogni porta. Adesso vivo per strada e tutto questo è colpa tua: ti ucciderò e così guadagnerò la mia reputazione perduta, forse l’HYDRA mi accoglierà tra le sue braccia. Non vedo la gemma che portavi attorno al collo, era quella che ti dava i poteri, vero? Significa che sarai totalmente impotente di fronte alla mia forza”.
Cyclone forse rimarrebbe stupito se sapesse che nemmeno Hector Ayala se l’è passata bene in questi ultimi anni, non ha avuto affatto quel tipo di vita che il criminale immagina, però convincerlo di questo è praticamente impossibile. I suoi occhi sono iniettati di sangue, vuole solo uccidere, non ha più nulla da perdere.
Il criminale inizia a radunare le sue correnti d’aria ed Hector si guarda intorno: nota una scala che porta in alto, non ha molte opzioni. Si fionda verso quella scala, proprio mentre Cyclone lancia i suoi venti, mancando l’eroe di pochi metri.
“Ehi, fermati!” grida invano inseguendolo su per le scale.
Hector Ayala corre come mai ha fatto in vita sua: non ha idea di come uscire vivo da questa situazione, improvviserà lungo la via, è esperto in questo genere di cose. Il criminale tenta qualche sortita, ma per fortuna dell’ispanico-americano gli spazi stretti non gli consentono agilità di manovra.
Hector emerge infine in uno spazio aperto: è su un tetto, non ci sono scale che portano in basso né altre vie di uscita. Si è intrappolato da solo. “Mierda”.
Cyclone gli si avvicina con un sorrisetto di soddisfazione. “Ah, tutta quella corsa per nulla, potevi evitarti la fatica. Ti sei cacciato da solo in una trappola da cui non c’è via di fuga. Mi basterà generare dei venti di media potenza per gettarti di sotto, facendoti precipitare verso fine certa”.
Mentre il criminale compie questo discorso che fanno tutti i supercriminali certi di poter vincere prima di ricevere una inesorabile sconfitta, Hector Ayala si guarda intorno. Effettivamente non c’è via di uscita, né qualcosa a cui aggrapparsi. Anzi no, qualcosa c’è. E così, cogliendo di sorpresa Cyclone, Hector gli si aggrappa al petto.
“Cosa stai facendo?” grida lui colpendolo con dei pugni alla schiena “Lasciami”.
Il dolore è forte, ma l’uomo cerca di non badarvi. Da quel che ricorda di alcuni colloqui con l’Uomo Ragno, la fonte di energia di Cyclone risiede nella spirale al centro del suo petto. Se riesce a cortocircuitarla in qualche modo… Perciò raccogliendo tutte le sue forze Hector urla e riesce a strappare il costume di Cyclone. Quello e non solo.
“No, che cosa…” si dispera il criminale mentre Hector si allontana da lui “Hai distrutto i miei motori… no, peggio!”.
E poi Cyclone parte, letteralmente: un vento lo scaglia in aria, poi lo scaraventa via, verso una destinazione lontana ed ignota. Vittima del suo stesso potere. Mentre invece Hector Ayala emerge trionfante da questo insolito scontro, vinto senza far uso di superpoteri. Eppure la sua vittoria non è ancora totale: perché lo sia deve riprendere il concorso, vincerlo e diventare insegnante di questa università. Perché la vittoria sia totale deve rinascere come uomo. Dunque non fa scene di trionfo o tira sospiri di sollievo, anzi, dimentica alla svelta quanto è appena accaduto. Scende infine le scale, più sicuro dei propri mezzi e di sé stesso.

Il volo di Cyclone termina in un mucchio di immondizia, dopo alcuni poco piacevoli impatti contro le pareti degli edifici. Perde immediatamente i sensi. Alcune ore dopo riprende conoscenza e scopre con suo rammarico che il dolore non è cessato. E non si tratta solo di dolore fisico.
“Maledetta Tigre Bianca, ti farò pagare anche questa. Ci rivedremo prima o poi…”.
“Finalmente ti ho trovato!” esclama in quel momento un’altra voce.
“Kraken!”.
“Già, proprio io. Hai combinato un bel disastro alla Empire State, mezza città ti sta cercando, per fortuna ti ho trovato prima io”.
“Non mi interessano le tue proposte”.
“Faresti meglio ad ascoltarmi, invece. Hai sentito che ultimamente molti di noi sono stati uccisi da un serial killer chiamato Flagello dei Criminali?”.
“Sì… sì, ne ho sentito parlare”.
“Noi siamo due suoi possibili obiettivi e abbiamo bisogno di protezione. Firebrand ha organizzato un incontro al Bar Senza Nome per valutare tutte le possibilità: ci sto andando proprio adesso, farai meglio a seguirmi”.
Cyclone si rialza. “Lo farò. Decisamente ci tengo a salvarmi la pelle, anche perché ho alcune vendette da portare a termine. Quel Flagello farà bene a guardarsi da me, anche se, in un bar pieno di supercriminali, come potrebbe intrufolarsi? Vedrai che si rivelerà solo un povero perdente, Kraken”.
Della serie le ultime parole famose. Alcune ore dopo Cyclone, Kraken ed altri diciassette supercriminali vengono sterminati dal Flagello dei Criminali, travestitosi da barista. Decisamente il destino è stato cinico verso il criminale francese.

Quanto invece ad Hector Ayala… due settimane dopo l’esame viene ripetuto. Lo supera a pieni voti ed alla prova orale risulta il migliore: nemmeno le raccomandazioni possono impedire che sia il primo classificato. E così un mese dopo ha la prima lezione di fisica: gli studenti che pendono dalle sue labbra sono tantissimi, farà meglio a non deluderli.
Un giorno prima nota le partecipazioni al matrimonio di Peter Parker e Mary Jane Watson: non è stato invitato, ma non se ne cruccia. Ora ha finalmente altro a cui pensare: sé stesso.
“Il soggetto ha passato la prova” dice Lord Nekron “E’ davvero la persona che stiamo cercando, Asmodeus”.
“Non ne ho mai dubitato. Ed ora dunque ha inizio il nostro piano: ci vorrà molto tempo, forse addirittura anni, ma alla fine il mondo si inchinerà ai… Figli di Satannish!”.

FINE

PROSSIMAMENTE

La verità

Note dell'Autore: Ho come l'impressione per questo episodio di aver un po' giochicchiato con la continuity di Flash Thompson (se non ricordo male a quell'epoca era ricercato o stava per esserlo con l'accusa di essere Hobgoblin), ma non penso che qualcuno mi farà causa per questo. La Holly citata all'inizio è Holly Gillis, fidanzata storica più o meno della Tigre Bianca: non l'ho usata per questa saga... perchè non mi serviva.
Quanto ai Figli di Satannish... ne riparliamo nel prossimo numero.